Non è un caso che, nella lingua italiana,
la parola che indica il focolare aperto sia anche la stessa che indica la
canna fumaria: camino, appunto. In effetti, praticamente
e funzionalmente, le due cose sono inscindibili: un caminetto
aperto è una canna fumaria con una appendice inferiore costituita dal focolare.
Capire come funziona un camino significa principalmente
capire come funziona una canna fumaria: per questo rimandiamo subito
alla lettura della sezione sulle canne fumarie, come informazione propedeutica
alla lettura degli argomenti seguenti.
Se la sezione sulle canne fumarie è
stata chiara, dovrebbe essere evidente che un caminetto aperto non è un
qualunque pezzo di arredamento, come un divano o un televisore,
che si possa piazzare a piacere nella casa, dove l'estro dell'arredatore
o la comodità del proprietario consigliano.
Non si può installare un camino aperto gettando
il tubo dei fumi a caso fuori di casa, con la stessa disinvoltura con
cui si allaccia la presa di corrente ad un impianto hi-fi.
Un camino aperto è sopratutto una canna fumaria, cioè
un elemento strutturale e non accessorio dell'impiantistica
domestica, cui dovrebbe essere dedicata la stessa attenzione e considerazione
progettuale dedicata agli altri impianti fondamentali della casa, come
le scale interne di comunicazione o la rete dei termosifoni.
Se la canna fumaria non è nata con il progetto originale
della casa, ma viene aggiunta successivamente, a questa modifica va dedicata
l'attenzione adeguata ad un intervento strutturale, pari a quella che
viene dedicata ad una ristrutturazione della casa.
Molti invece ritengono che l'acquisto di un focolare
prefabbricato risolva al 90% per cento il problema, e che il resto venga
poi 'da sé. Non è così.
In altri termini:

|

|
Questo è un
camino. |
Questo no. |
Occorre pensare il camino come un tutto
unico, dal piano del focolare, anzi, dalla ceneriera, sino alla sommità
del comignolo ed occorre, per di più, pensarlo integrato con l'ambiente
che lo ospita. Solo così potremo farlo funzionare correttamente.
Perché i camini 'fanno fumò...?
In realtà, avendo letto la sezione
sulle canne fumarie, sappiamo già 'come funziona un camino, dato che,
come già detto, camini e canne fumarie sono praticamente la stessa cosa.
Quello che dobbiamo capire, e quello che interessa
la maggior parte della gente, è perché i camini 'fanno fumò assai più
spesso e facilmente di una stufa o di una caldaia a gas, e quali sono
i principi da seguire per installare un camino che eviti questo problema.
Per semplificare, possiamo dividere il problema
in tre parti: il primo è la canna fumaria vera e propria,
il secondo è il focolare, il terzo il rapporto tra il camino e l'ambiente
che lo ospita, ovvero il cosiddetto 'sistema casa-camino'.
La canna fumaria
Il punto che differenzia
principalmente un camino aperto da una stufa è che è, appunto, aperto.
Le stufe hanno uno sportello che durante il funzionamento è chiuso, e
la valvola di alimentazione consente solo un minimo passaggio di
aria, quella indispensabile alla combustione. Con la valvola dell'aria
chiusa, possiamo considerare ai fini pratici la stufa quasi stagna, rispetto
all'ambiente. Con a disposizione solo l'aria sufficiente alla combustione,
la temperatura nella stufa, e quindi nella canna fumaria, è molto alta,
e stabilire un buon tiraggio è più semplice, mentre i ritorni di fumo
sono quasi impossibili, se non in condizioni del tutto eccezionali.
Un caminetto, al contrario, ha una bocca molto più
grande di una stufa, e non ha una regolazione dell'aria di combustione
( la valvola della canna fumaria ha un'altro scopo). Nella bocca di un
camino entra molta più aria di quella necessaria alla combustione, il
che rende i fumi molto più freddi, e stabilire un buon tiraggio
più difficile.
Mentre l'andatura di combustione di una stufa
può essere regolata agendo sulla valvola dell'aria, la regolazione dell'andatura
di un caminetto è difficile, ed affidata largamente al caso. La valvola
posta sulla canna fumaria può agire come limitatore solo se il tiraggio
è eccessivo, nel qual caso non avremmo comunque problemi di fumo. L'andatura
della combustione può essere in qualche modo regolata soltanto aggiungendo
o sottraendo legna alla combustione, cosa macchinosa e non facile.
La canna fumaria di un camino aperto, perciò,
deve in genere accontentarsi di un tiraggio disponibile compreso tra i
10 ed i 20 Pascal, cioè tra un e due decimillesimi della pressione esterna,
poiché raramente questo tipo di impianti riesce ad ottenere di più. Pertanto,
tutte le raccomandazioni segnalate per una corretta costruzione vanno
ancor di più tenute in conto: la canna deve essere quanto
più possibile verticale, priva di curve e cambiamenti di sezione, deve
essere liscia e possibilmente di sezione interna circolare, adeguatamente
alta e comunque più alta del colmo del tetto, protetta da un comignolo
antivento, deve essere estremamente ben coibentata e di sezione adeguata.
Tutto questo serve ad evitare cadute di pressione ed ostacoli ai fumi,
insomma le cosiddette 'perdite di carico'.
Il focolare
Nella letteratura sui camini
si trovano molte 'regole d'oro' per impostare la giusta forma della bocca
del focolare, tale da impedire la fuoriuscita dei fumi.
In realtà, il 'motore' del camino è la canna fumaria,
e una volta che questa sia stata studiata per assicurare la depressione
necessaria all'espulsione dei fumi, il compito del focolare è semplicemente
quello di ospitare il fuoco e di avere una forma interna tale da
facilitare al massimo lo scorrimento dei fumi, abbastanza a prescindere
dalla forma della bocca vera e propria.
Per capire quale sia la forma interna più adatta
ad un focolare, bisogna studiarne l'aerodinamica.
I problemi termodinamici ed aerodinamici
che riguardano un focolare possono essere classificati in 3 categorie:
1. Il flusso dell’aria comburente verso, attraverso
e oltre il letto di combustibile, e l’ascesa dei gas caldi prodotti dalla
combustione nel camino stesso. Il flusso di combustione dipende dal genere
di grata che alloggia il combustibile, dal disegno del caminetto e dalla
sistemazione del letto di combustibile. Il flusso dell’aria di combustione
governa il rateo di combustione, cioè la rapidità con cui avviene la combustione,
il che determina la temperatura dei fumi, che è uno dei fattori che influenzano
il tiraggio.
2. Il flusso di immissione di aria ambiente fredda e la quantità
di questa che si mischia con i gas di combustione nel focolare, producendo
il flusso misto di aria e gas nella gola e nella canna fumaria, il buon
andamento del quale dipende dal disegno, dalle dimensioni e dal metodo
di costruzione. Le inversioni di tiraggio, che provocano l’emissione di
fumo da un caminetto, dipendono principalmente da questa parte del flusso.
3. L'efficienza della combustione, con particolare riguardo alla
quantità di residui incombusti, e quindi inquinanti, che sporcano le canne
fumarie e deteriorano l'ambiente.
1. Il flusso dell'aria attraverso il
letto di combustibile
L'aria
è sempre in grado di scambiare l'intero suo contenuto di ossigeno con
il combustibile, e quindi il quantitativo dei prodotti di combustione
nei gas residui dipende dalla quantità di aria disponibile, indipendentemente
dal quantitativo del combustibile.
Aumentare
o diminuire il limite superiore della bocca del camino non
ha, in questo caso, alcun effetto sul rateo di combustione, che
è anche del tutto indifferente al maggiore o minore tiraggio della
canna fumaria. La variazione del tiraggio ha effetto solo sulla
quantità di aria di ventilazione che è risucchiata dall'ambiente.
Questi tre diversi metodi di alloggiare il combustibile all'interno
di un focolare hanno conseguenze sul tipo di combustibile utilizzabile
e sull'utilità o meno di una valvola che regoli il flusso di aria
e gas.
Come già detto, nel caso evidenziato in figura 3, il
combustibile giace in una zona morta, appena lambita dal flusso
di aria di ventilazione. Il rateo di combustione dipende quindi
dalla rapidità con cui i gas prodotti dalla prima fase della combustione
vengono rilasciati, emergono dal letto di combustibile e sono investiti
dallo strato più basso e confinante di aria di ventilazione. La
combustione è in effetti un processo di 'confine', che avviene al
limite tra la massa solida e quella fluida. Tanto maggiore è la
quantità di sostanze volatili rilasciate dal combustibile, tanto
più rapida sarà la combustione. Questa rapidità dipende sia dalla
temperatura del letto di braci, sia dalla natura stessa del combustibile.
Combustibili con una alta percentuale di sostanze volatili, come
legno, torba, tavolette di lignite o cilindri di segatura pressata,
bruciano in questa situazione assai meglio del carbone, come l'antracite,
o peggio ancora, il coke. Anche la temperatura del combustibile
influenza notevolmente il processo di combustione. Tanto più alta
la temperatura, tanto maggiore il rilascio di sostanze volatili.
La temperatura del combustibile è data anche dal rapporto tra la
sua massa e la superficie esposta, che produce irraggiamento. Tanto
meno esposta è la superficie del combustibile, tanto minore sarà
la perdita di temperatura per irraggiamento. Se il combustibile
è molto disperso sul piano del focolare, la perdita di calore per
irraggiamento, e per il raffreddamento dovuto al contatto con l'aria
di ventilazione, può essere tale da far scendere la temperatura
al di sotto del valore necessario a sostenere la combustione. Questo
avviene più facilmente con il carbone. In sostanza, in un focolare
senza grata sollevata si può bruciare solo legna. Sistemare più
o meno strettamente il letto di braci ed i ciocchi di legno è l'unico
metodo per regolare in qualche modo il rateo di combustione prodotto,
e quindi la quantità di calore prodotta e di legna bruciata.
I modi di alloggiare il combustibile descritti nelle
figure 2 e 3, invece, consentono più facilmente di utilizzare combustibili
più 'duri'. Costringere l'aria di ventilazione ad attraversare,
almeno in parte, il letto di combustibile consente di aumentare
la superficie di contatto tra le braci e l'ossigeno dell'aria, senza
diminuire eccessivamente la dispersione di calore per irraggiamento,
e quindi la temperatura di combustione. In una griglia del tipo
in figura 2 possono essere bruciati carboni 'leggeri', in quella
in figura 1 anche carboni 'pesanti'. Se si brucia legna, il rateo
di combustione può diventare eccessivo, e la regolazione del tiraggio
diventa indispensabile, tanto più che in questo tipo di sistemazione
ha più effetto.
Una valvola di limitazione posta sopra una griglia del tipo in figura
1 ha un effetto determinante nel regolare il rateo di combustione.
Poiché tutta l'aria è costretta ad attraversare il letto
di braci, diminuire la sezione di uscita ne rallenta fortemente
il flusso, con conseguente minore ossigenazione del letto di braci
e riduzione della combustione.
Nel caso in figura 2, invece, l'utilizzo di una valvola
ha scarso influsso sulla combustione se il camino ha una bocca di
altezza normale e grata piuttosto bassa. La maggior parte
dell'aria continua a passare sopra il letto di combustibile,
e chiudere la valvola influenza pochissimo l'andamento della combustione.
Diverso l'effetto se si riesce ad aumentare la quota di aria che
passo sotto la griglia, sia sollevando la grata verso la
parte superiore della bocca, sia, viceversa, abbassando la bocca
di entrata del camino. Tutto questo, comunque, è piuttosto macchinoso,
e per niente bello da vedere.
Nel caso in figura 3, infine, la valvola dell'aria
non ha alcun effetto sul rateo di combustione, in nessun caso. Chiudere
la valvola ha effetto solo sulla quantità di aria ambiente che viene
risucchiata all'esterno attraverso la canna fumaria, ma non influisce
in alcun modo sulla combustione.
Tutto questo discorso è servito, in sostanza, a giustificare le
seguenti osservazioni:
Se il camino fa fumo, il motivo può essere lo scarso
tiraggio disponibile. Aumentare il rateo di combustione significa
inviare più calore in canna fumaria, e quindi aumentare il tiraggio,
che, come abbiamo visto nella sezione sulle canne fumarie, dipende
anche dalla temperatura dei fumi.
Poiché un eccesso di aria di ventilazione raffredda eccessivamente
i fumi e provoca un fortissimo attrito in canna fumaria, chiudere
la valvola ha l'effetto di aumentare la temperatura dei fumi, aumentando
il tiraggio positivo, e di diminuire le perdite di carico diminuendo
il volume di aria forzato a passare in canna fumaria. Tuttavia la
stessa presenza di una valvola, strozzando i fumi, costituisce
di per sé una fortissima perdita di carico. Non è detto quindi che
il suo impiego sia risolutivo, anche se è comunque raccomandabile.
Molto dipende dal tipo e dalla forma di valvola utilizzata.
L'altro modo per aumentare la temperatura dei fumi,
e quindi il tiraggio, è aumentare il rateo di combustione. Nei camini
aperti questo è possibile solo intervenendo sulla qualità del combustibile
e sulla sua sistemazione. Tagli di legno più piccoli aumentano la
superficie di scambio tra il combustibile e l'aria, accelerando
la combustione, tagli di legno più grandi la rallentano. Legna molto
secca produce più calore della legna verde. Sollevare la legna su
una griglia accelera sicuramente il rateo di combustione, aumentando
notevolmente il tiraggio. Tuttavia, tutti questi metodi aumentano
notevolmente anche il consumo di legna.
Se si vuole evitare di trasformarsi in fuochisti costantemente
impegnati nell'alimentazione di un focolare, il modo migliore è
costruire un camino che abbia delle perdite di carico così basse
da non richiedere un fortissimo tiraggio per funzionare.
Di questo parliamo nel prossimo paragrafo. |
2. Il flusso dell'aria e dei fumi nel focolare
Nel 1937 il professor P. O. Rosin utilizzò
la tecnica dei modelli per studiare il comportamento aerodinamico dei
caminetti aperti. Il risultato dei suoi studi fu pubblicato nel 1938 col
titolo " The aerodynamics of domestic open fires". Quanto segue
è basato fedelmente sulle sue osservazioni.
L'immagine seguente è ricavata dall'osservazione
di uno dei modelli utilizzati, ed è quella che rivela il miglior risultato
aerodinamico ottenuto. E' un'immagine completa, con tutte le linee di
flusso dell'aria ricavate dall'osservazione diretta.

Fig. 4
|
Una cosa salta immediatamente
agli occhi: in un focolare aerodinamicamente corretto, il
flusso dell'aria e dei gas di combustione è un flusso decisamente
laminare, con gli strati più alti dell'aria ambiente che aderiscono
al lato interno della parete frontale del camino ed i fumi di combustione
che salgono verticalmente aderendo strettamente alla parete di fondo
del focolare e della canna fumaria.
La maggior parte degli strati d'aria più bassi, che
si muovono vicino al pavimento, cominciano a salire verso la verticale
prima di aver raggiunto lo strato di combustibile. Il fuoco, quindi,
brucia in uno spazio quasi morto e del tutto indifferente al flusso
di aria di ventilazione proveniente dall'ambiente. |
La densità delle linee
di flusso aumenta man mano che la gola si restringe, indicando la
particolare importanza aerodinamica della cappa e dell'allaccio
alla canna fumaria.
Più o meno all'altezza delle spalle,
solo una parte dell'aria ambiente viene risucchiata verso il basso
ed entra nel focolare. L'aria rimanente sale lungo la facciata della
cappa e crea un vortice circolare contro il soffitto della stanza.
Questo indica che, a meno che l'ingresso di aria fresca nell'ambiente
non avvenga all'altezza del soffitto, il ricambio di aria prodotto
da un camino, di per sé, non è per niente ideale. Se, in particolare,
l'aria esterna entra nell'ambiente all'altezza del pavimento, tramite
una presa d'aria bassa, o sotto le porte, i piedi e le gambe dovranno |
sopportare
una sensazione di fresco, mentre gli organi respiratori si troveranno
in una zona di aria stagnante, che si muove in circolo nella metà
superiore della stanza, ma senza rinnovarsi. Ne segue che l'affermazione
che un camino provoca, poniamo, quattro ricambi d'aria per ora in
un ambiente non implica che l'aria della stanza sia effettivamente
rinnovata, ma solo che un quantitativo di aria corrispondente a quattro
ricambi l'ora viene risucchiata dalla canna fumaria. Per ottenere
un effettivo ricambio di aria fresca bisogna dunque ricorrere a qualche
accorgimento, che sarà |

Fig. 5
|
illustrato in un'altra sezione.
Se la velocità dell'aria di immissione aumenta
di molto, il flusso è spinto ancora più in verticale, e la zona
morta in cui brucia il fuoco si allarga, provocando qualche mulinello
di fumo.
Questo mostra, che, con la legna giacente sul fondo
del camino e non sollevata su una griglia, anche un forte tiraggio
non è in realtà in grado di aumentarne sensibilmente il rateo di
combustione.
Più aria di ventilazione raffredda i fumi e la parete
di fondo del focolare, tuttavia la laminarità del flusso viene in
generale mantenuta, anche se la creazione di qualche vortice all'interno
del focolare è possibile. |
 |
La laminarità del flusso
di aria e gas che entrano nel focolare è stata anche recentemente
testata.
La McNear Brick, un costruttore americano di caminetti
tipo Rumford ( un tipo di camino la cui sezione è illustrata a fianco)
ha condotto un test di temperatura nel laboratorio di prova del
Virginia Politechnical Institute, sistemando due termocoppie nei
punti indicati come 5 (la parete interna della cappa) e 6 ( più
o meno al centro del flusso di aria e gas) distanti tra di loro
non più di 6/7 cm. in profondità.
Con una temperatura del fuoco stabilita a circa 930
°C, la termocoppia sistemata nel punto 5 registrava non più
di 25 °C, mente quella nel punto 6 registrava quasi 380 °C.
Il flusso di aria e gas nel camino è decisamente
laminare. |
In effetti il flusso
aria ambiente agisce come uno scudo invisibile che trattiene il
fumo dietro di sé, mentre entrambi salgono nel focolare e nella
canna fumaria. L'aria di ventilazione, insomma, preme il fumo verso
la parete di fondo del camino, tanto più quanto è maggiore l'afflusso
dell'aria. La pressione dell'aria è minore in basso, appena sopra
il fuoco, lasciando più spazio alla fiamma, ma a livelli più alti
il gas di combustione è ridotto ad una strato sottile schiacciato
contro la parete di fondo. Questo è un fenomeno riscontrabile con
ogni disegno di focolare, ed in particolare, con ogni disegno della
parete di fondo del focolare, e deve essere tenuto presente in qualsiasi
studio della forma, posizione, dimensione e manifattura dei materiali
da costruzione del focolare.
Per chi sia ancora interessato ad un
camino aperto come fonte di riscaldamento, questo schema di funzionamento
non è in realtà molto favorevole. A parte il minimo irraggiamento
offerto dalla fiamma, il restante calore, più del 75%, viene trasportato
dai fumi verso l'alto e lungo la parete posteriore del camino, che
in genere è una parete perimetrale della casa, mentre la parete
frontale del camino, rivolta verso l'interno dell'ambiente,
è in pratica raffreddata dal flusso di ventilazione immesso nel
focolare.
Le varie linee di flusso illustrate
in Fig. 4 possiedono anche diverse velocità. La velocità
più alta, nel modello rappresentato, è a circa 30/40 cm. da terra,
il che spiega perché si ha la sensazione di avere i piedi freddi
di fronte ad un camino. La velocità del flusso naturalmente aumenta
con l'ingresso dell'aria nella bocca del focolare e con l'approssimarsi
alla gola, con un punto di particolare accelerazione intorno al
limite superiore della bocca e poi nell'ingresso in canna fumaria,
che fanno di questi due punti quelli aerodinamicamente più delicati.
Nella gola vera e propria, la velocità del flusso è, in media, sei
volte superiore alla velocità di ingresso nella bocca del focolare,
in dipendenza, comunque, delle dimensioni effettive della gola. |
Vediamo adesso cosa accade se ci si allontana
dal modello sopra descritto.

Fig. 6
|
In figura 6 è evidenziato
un camino con la gola troppo ampia. In un camino del genere, anche
se il focolare è per gli altri aspetti ben conformato, la temperatura
e la velocità dei fumi sono troppo basse, il flusso dell'aria di
ventilazione diventa incerto, ed alle spalle della cappa possono
formarsi dei vortici che, mescolando l'aria di ventilazione con
i gas di combustione, tendono ad invertirne almeno parzialmente
il flusso e a provocare degli sbuffi di fumo nell'ambiente.
Questo effetto è accentuato nel caso che anche la canna
fumaria sia molto ampia. I fumi tendono sempre ad addossarsi alla
parete di fondo e non riescono a riempire l'intero volume a disposizione. |
Di conseguenza, una difforme
distribuzione di temperature e velocità può facilmente provocare
una separazione dei flussi: una corrente di aria calda sale
verso l'alto appoggiata al fondo del camino, mentre una corrente
di aria fredda precipita verso il basso sul lato frontale della
canna fumaria e del camino, e penetra nell'ambiente mista a fumo
(vedi Figura 7).
Questo avviene più facilmente se l'accesso di aria
fresca nell'ambiente dove è posizionato il camino è impedito dalla
mancanza di una presa d'aria, o da finestre e porte a tenuta stagna:
l'aria segue sempre il percorso di minor resistenza, ed una camino
sufficientemente ampio finisce per ospitare entrambe le colonne
d'aria, cioè entrambi i 'vasi comunicanti' di cui si è parlato nella
teoria dei camini, escludendo l'aria ambiente.
Restringere la gola e la canna fumaria favorisce l'aumento
della temperatura e la velocità ascensionale dell'aria di ventilazione
fornita dall'ambiente, il che rende molto più difficile la penetrazione
dell'aria esterna attraverso il comignolo ed elimina il pericolo
di inversione del tiraggio e di contro-correnti discendenti. |

Fig. 7
|
Un altro che si è rivelato fondamentale
è la forma del limite superiore della bocca del camino. |

Fig. 8
|
Nella figura 4 si vede bene
che questa forma è arrotondata. Gli esperimenti sul modello hanno
dimostrato che una forma dotata di spigoli acuti in questo punto
provoca dei vortici violenti, persino nella gola, come descritto
in figura 8.
Restringere la gola del camino per accelerare la velocità
dei fumi aiuta a moderare questo vortice, ma non è in grado di estirparlo
completamente, per lo meno non prima del limite in cui un eccessivo
restringimento della gola rende impossibile smaltire l'intero volume
dei fumi.
Se inoltre la bocca del camino viene rifinita con un
elemento sottile, verticale o inclinato verso l'esterno,
come, ad esempio, un foglio di metallo, il vortice diviene addirittura
catastrofico, |
come illustrato in figura 9, e nessun
altro accorgimento, neanche la diminuzione dello spessore della
gola del camino, riesce ad eliminarlo né ridurlo. Anche in questo
caso, l'indebolimento della spinta verticale dell'aria di ventilazione,
prodotto dai vortici, può lasciare spazio al formarsi di contro
correnti discendenti in grado di spingere sbuffi di fumo negli ambienti.
Nessun camino di produzione italiana, né di serie né
artigianale, sembra tener conto di questo aspetto aerodinamico,
dato che sempre presentano un limite superiore della bocca squadrato.
Pure, non dovrebbe essere particolarmente complicato arrotondare
questa parte, tanto più che può essere fatto senza incidere sull'aspetto
esteriore del rivestimento. |

Fig. 9
|

Fig. 10
|
Un altro aspetto che
incide negativamente sull'aerodinamica interna dei camini aperti
è la presenza di quella che viene a volte definita 'camera dei fumi'
o 'camera di calma', cioè un brusco allargamento orizzontale della
sezione della gola prima dell'immissione dei fumi in canna fumaria,
presente anche in molti camini di produzione italiana, in modo più
o meno pronunciato. La sua presenza provoca dei violenti vortici
dei gas di combustione che, se anche di per sé non sempre sono sufficienti
a provocare ritorni di fumo, tuttavia costituiscono una notevole
perdita di carico, cioè di spinta verticale, e provocano gravi depositi
di fuliggine in un punto, per di più, difficilmente raggiungibile
e praticamente impossibile da pulire. |
Infine, l'ultimo aspetto
da considerare è l'inclinazione in avanti della parete di fondo
del focolare.
L'utilizzo di questo particolare accorgimento, piuttosto
diffuso, trova giustificazione nella consapevolezza che l'unico
calore fornito da un camino aperto è il calore radiante:
inclinando in avanti, con uno specifico angolo, il fondo del focolare,
si intercettano e si riflettono verso l'ambiente le radiazioni verticali
prodotte dal letto di braci e dalla fiamma, che altrimenti si perderebbero
in canna fumaria.
In effetti questo è quello che accade, tuttavia non
ci sembra che una simile pratica sia realmente utile, né dal punto
di vista termico, né tantomeno dal punto di vista aerodinamico.
Dal punto di vista del rendimento termico, c'è da considerare |

Fig. 11
|
che l'inclinazione in avanti del fondo
del camino obbliga a realizzare una valvola od una gola particolarmente
ampia, che rende più difficile regolare l'efflusso di aria in canna
fumaria, finendo per aumentare notevolmente la quantità di aria
sottratta all'ambiente. In cambio di un minimo aumento dell'irraggiamento
frontale (e locale) del camino, si finisce per favorire il più rapido
raffreddamento del resto degli ambienti, richiamando una maggiore
quantità di aria fredda dall'esterno.
Dal punto di vista aerodinamico, inoltre, l'inclinazione
del fondo può avere effetti catastrofici. Oltre al fatto spesso
obbliga, per motivi di semplicità costruttiva, a realizzare una
camera dei fumi i cui aspetti negativi sono già stati illustrati
(Figura 10), l'inclinazione in avanti avvicina pericolosamente i
fumi alla bocca del camino, facendo incontrare il flusso dei gas
di combustione ed il flusso di aria di ventilazione con un angolo
sfavorevole che facilita la formazione di vortici, oltre a rendere
molto più facile il ritorno di fumi nell'ambiente in presenza di
altri difetti aerodinamici, come quelli illustrati più sopra, con
le figure da 5 a 9. La forma della valvola lunga e stretta è aerodinamicamente
pessima e provoca una perdita di carico assai maggiore di una valvola
rotonda o quadrata. Per di più, rischia di essere intasata dall'aria
di ventilazione, ostacolando l'uscita dei fumi. Inoltre, almeno
una parte degli strati più bassi di aria di ventilazione in ingresso
vengono deviati verso il basso dall'inclinazione del fondo, producendo
dei vortici che raffreddano il letto di brace abbassandone il rateo
di combustione, diminuendo la temperatura dei gas emessi e riducendo
quindi il tiraggio (Figura 11).
Tutto sommato, considerando che l'utilizzo attuale
di un camino aperto ha assai meno a che fare col riscaldamento di
un tempo, riteniamo che questo aspetto possa serenamente essere
messo da parte a favore di un miglior funzionamento e di una migliore
qualità dell'aria. |
Tutti i vortici osservati all'interno
del focolare sono provocati da una resistenza al flusso dei fumi e dell'aria
di ventilazione conosciuta come 'resistenza di forma'. Questa resistenza
è prodotta dall'attrito di un fluido che attraversa un corpo.
Ad esempio, i vortici prodotti dalla forma squadrata
della bocca del camino sono dovuti al fatto che un flusso laminare non
può ruotare intorno ad un angolo
di 90°. Un movimento con un raggio di curvatura infinitamente piccolo
produce una forza centrifuga infinitamente grande. Per evitare questo
genere di vortici, è necessario che lo strato di fluido a diretto contatto
del corpo non sia sottoposto ad un cambio di direzione superiore ai 10°
o 12°.
Soltanto un restringimento estremamente graduale della
sezione del camino, dalla bocca alla canna fumaria, e la completa assenza
di angoli acuti, perciò, possono evitare la formazione di vortici e consentire
la formazione di un flusso laminare uniformemente diretto. La formazione
di vortici è inevitabile se la superficie solida lungo cui scorre il fluido
si interrompe o cambia direzione bruscamente.
Sebbene la formazione di vortici sia desiderabile,
e spesso artificialmente prodotta, per intensificare la velocità di combustione
( la presenza di vortici favorisce il più intimo mescolamento dei gas
di combustione con l'ossigeno dell'aria), in ogni caso di 'trasporto'
di un fluido è sempre dannosa ed aumenta la resistenza e le perdite di
carico. Nel caso di un camino aperto è particolarmente intollerabile dato
che il tiraggio disponibile è spesso al limite della sufficienza, e la
formazione di vortici nel flusso può portare, al minimo cambiamento di
vento o di correnti d'aria interne alla casa, al riflusso di fumo nell'ambiente.
Le perdite di carico dovute ad un focolare di cattiva forma e concezione
possono essere altissime, e determinanti nel vanificare anche un buon
tiraggio. Di più, una aerodinamica interna mal concepita può creare ritorni
di fumo anche in presenza di un tiraggio di per sé teoricamente sufficiente
all'evacuazione dei prodotti della combustione, ovvero imporre un eccesso
di tiraggio tale da produrre un consumo insostenibile di legna.
3. L'efficienza della combustione
o in ghisa, che raggiunge e mantiene rapidamente alte temperature,
può aiutare Si è molto
discusso, ed ancora si discute, sui reciproci vantaggi e svantaggi delle
stufe e dei focolari aperti riguardo il grado di completezza della combustione
ed il conseguente rilascio nell'ambiente di residui inquinanti.
Perché una combustione sia completa, e non rilasci
inquinanti, occorrono tre cose: il combustibile, una quantità sufficiente
di aria comburente ed una temperatura sufficientemente elevata.
I gas volatili rilasciati dalla prima fase della combustione
contengono idrocarburi 'pesanti' che richiedono una temperatura di ignizione
pari a circa 650 °C.
D'altra parte, il carbonio contenuto nella legna ha
una combustione complessa, nella cui prima fase viene prodotto ossido
di carbonio, che solo poi, per successiva riossigenazione, brucia ad anidride
carbonica. La combustione in carenza di ossigeno non è solo pericolosamente
inquinante, dato che l'ossido di carbonio è un veleno potente, ma anche
scarsamente efficiente, dato che la maggior parte del calore è prodotto
proprio dalla reazione dell'ossido di carbonio con l'ossigeno.
In un camino aperto c'è un tale eccesso d'aria da garantire
una percentuale di ossido di carbonio praticamente nulla nei residui di
combustione. D'altra parte, questo stesso eccesso d'aria tende a raffreddare
la temperatura di combustione ed a lasciare almeno una grossa parte degli
idrocarburi pesanti incombusti.
In una stufa, il confinamento della combustione in
uno spazio ristretto ed il controllo dell'aria di ventilazione garantiscono
una alta temperatura di combustione, che brucia più facilmente gli idrocarburi,
e tuttavia la scarsità di ossigeno può essere tale da aumentare sensibilmente
la produzione di ossido di carbonio, mentre la presenza di un forte
tiraggio, che aumenta la velocità dei fumi e ne diminuisce il tempo di
permanenza in camera di combustione, può comunque lasciar sfuggire qualche
idrocarburo incombusto.Si cerca di rimediare a questo problema prevedendo
una seconda immissione di aria preriscaldata e ricca di ossigeno in una
zona predisposta della camera di combustione, dove i fumi vengono temporaneamente
confinati per aumentarne la temperatura, resi artificialmente turbolenti
per consentirne un più profondo contatto con l'ossigeno e quindi bruciati
più completamente (post-combustione). Tuttavia il rilascio di incombusti
e di una minima quantità di ossido di carbonio è inevitabile.
In un camino aperto di imperfetta conformazione aerodinamica,
le turbolenze che mischiano fumi ed aria di ventilazione garantiscono
certamente l'eliminazione dell'ossido di carbonio, ma assai difficilmente
riescono a bruciare gli idrocarburi pesanti, dato che le turbolenze raffreddano
decisamente i fumi impedendo la combustione secondaria. In un camino aerodinamicamente
corretto, invece, l'eccesso di aria non si mescola in maniera turbolenta
con i fumi di combustione, ma questi restano isolati e caldi molto a lungo
dietro lo schermo prodotto dal flusso laminare dell'aria di ventilazione,
abbastanza a lungo da avviare almeno parzialmente la combustione secondaria,
dato che comunque l'aria non manca. E' importante, a questo proposito,
che le pareti del focolare siano assai ben coibentate, in modo da non
disperdere calore e mantenere i fumi caldi. Una parete di fondo in acciaio
o megli.
Il sistema Casa-Camino
Il terzo aspetto da considerare
è l'ambiente nel quale il camino è inserito.
Un caminetto aperto è come una porta che metta in comunicazione
l'interno della casa con l'esterno, sia che la fiamma sia accesa, sia
che sia spenta.
Dalla teoria dei camini sappiamo che la differenza
di pressione tra due vasi necessaria ad attivare il 'tiraggio' è davvero
minima; talmente minima, che si può dire che non esista
una canna fumaria in equilibrio statico con l'ambiente. Una canna fumaria
sarà sempre in pressione o in depressione rispetto a qualunque altro 'vaso'
circostante, esterno o interno alla casa, a prescindere dal fatto che
si sia avviata la combustione. Non è raro, infatti, sperimentare l'inversione
del tiraggio di una canna fumaria spenta.
Le condizioni ambientali sono dunque determinanti nell'influenzare
il comportamento di un caminetto, dato che l'ambiente in cui è posto non
è altro che il 'vaso comunicante' che fornisce aria fredda, indispensabile
al funzionamento del suo motore. Qualunque perturbazione di questo vaso
avrà immediato effetto sull'altro.
Una casa, anche se di moderna costruzione,
ben coibentata e sigillata da infissi a tenuta, presenta sempre delle
'falle', cioè dei punti in cui l'involucro che separa l'interno dall'esterno
può essere attraversato da correnti d'aria, se non altro perché un minimo
di ricambio d'aria negli ambienti è imposto dai regolamenti edilizi. Aperture
di ventilazione, fessure sotto le porte, guarnizioni degli infissi vecchie
o danneggiate, abbaini, coperture approssimative e mille altri motivi
producono spifferi in entrata o in uscita. Questo movimento d'aria, insieme
alla differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno, trasformano
la casa in un camino.
"L'effetto camino"
L'effetto camino induce una pressione superiore
a quella atmosferica ai livelli alti della casa ed una pressione inferiore
a quella atmosferica al livelli più bassi. Esattamente come in un vero
camino, maggiore è la differenza di temperatura fra l'esterno e l'interno,
e maggiore è l'altezza della casa, maggiore è l'effetto camino prodotto.
Se le falle sono uniformemente distribuite, il livello di pressione
neutra, cioè il livello in cui la pressione interna è uguale a quella
esterna, si troverà, più o meno, a metà altezza dell'edificio,
come nell'esempio a fianco.
Se invece la casa ha un piano interrato, avrà la maggior
parte delle sue falle ai livelli alti, e quindi il suo livello di
pressione neutra tenderà ad essere più alto, come nell'esempio qui
sotto. |

|

|
In pratica, nella maggior parte degli edifici, le falle sono concentrate
ai piani alti e poiché il livello di pressione neutra tende ad approssimarsi
alla quota delle falle più alte, sarà generalmente più alto del
punto medio della casa, anche perché normalmente si tende
a sigillare con cura le falle ai piani inferiori, dalle quali si
avverte l'ingresso di fastidiosi 'spifferi' di aria fredda, mentre
più facilmente si ignorano le falle in uscita ai piani superiori,
dato che le perdite di aria calda non vengono avvertite e sono
meno fastidiose. |
Una finestra aperta ai
piani superiori rappresenta una notevole 'falla', ed il livello
di pressione neutra sale immediatamente alla sua quota, producendo
una sensibile depressione ai piani inferiori, che può essere sufficiente
a creare un ritorno di fumo in un camino. Se invece viene aperta
una finestra al livello inferiore, il livello di pressione neutra
scende alla sua quota, riducendo la depressione in quell'ambiente.
Questo spiega perché, a volte, per correggere il cattivo funzionamento
di un camino basti aprire una finestra nella stanza. Se entrambe
le finestre sono aperte, il livello di pressione neutra tenderà
a riposizionarsi a mezza altezza. |
Tanto per fare un esempio pratico, proviamo
a misurare l'effetto camino in una casa di 3 piani, quindi alta circa
9 m, con una temperatura esterna di -5°C ed una temperatura interna di
+20°C. Le formule sono le stesse che abbiamo già utilizzato nella sezione
Teoria dei Camini per misurare la depressione in canna fumaria.
Utilizzando quelle formule, scopriamo che la densità dell'aria interna
è di circa 1,2 Kg/mc, mentre la densità dell'aria esterna a -5°C è di
circa 1,324 Kg/mc (poniamo che la casa sia al livello del mare). La formula
per misurare la depressione in Pascal é sempre la stessa:
Sostituendo si avrà
Ph = 9 * 9,8 * (1,324 - 1,2)
cioè ben 10,9 Pascal.
Considerando che la maggior parte dei caminetti devono
accontentarsi di un tiraggio disponibile compreso fra i 10 ed i 20 Pascal,
si vede come "l'effetto camino" possa essere determinante.
Una casa di due piani, quindi alta 6 metri, con una
temperatura esterna di 0°C ed una interna sempre di +20°C, sperimenterà
un effetto camino di circa 6 Pascal, non molto, ma del tutto sufficiente
a provocare l'inversione del tiraggio in un impianto che si trovi già
vicino ad un punto critico.
Infine, gli amanti delle alte temperature domestiche
tengano conto che, se la casa del primo esempio fosse mantenuta ad una
temperatura di +25°C, dovrebbe sopportare un effetto camino del valore
di 13,6 Pascal, abbastanza da impedire il funzionamento della maggior
parte degli impianti.
L'inversione del tiraggio
Una lamentela molto comune tra i proprietari
di camini è che una corrente di aria fredda, portatrice anche di cattivi
odori, penetra in casa dalla bocca del camino, quando non è utilizzato.
Questo è ciò che viene generalmente chiamato 'inversione del tiraggio'.
Quando una canna fumaria è in funzione, contiene gas più caldi dell'aria
esterna, che quindi salgono verso l'alto. Questo è il funzionamento
normale di un camino. Vi sono però casi in cui la casa produce un
'effetto camino' migliore del camino stesso, il che accade assai
più facilmente quando il fuoco non è acceso nel focolare, e l'aria
fredda precipita giù per il condotto e penetra nella casa.
Si possono individuare due distinti motivi per cui
questo accade. |

|
Il caso più comune di inversione di tiraggio
è quando il focolare è installato al di sotto del livello di pressione
neutra ed è servito da una canna fumaria costruita all'esterno
della casa. A fuoco spento, l'aria contenuta nella canna fumaria
esterna può facilmente precipitare ad una temperatura inferiore
a quella dell'ambiente interno, divenendo quindi più pesante. Poiché
il focolare si trova al disotto del livello di pressione neutra,
è esposto ad una leggera depressione, sufficiente però a risucchiare
l'aria fredda contenuta nella canna fumaria.
Una volta che l'inversione di tiraggio è iniziata,
è difficile correggerla, dato che la canna fumaria è continuamente
raffreddata dall'aria esterna che penetra attraverso il comignolo.
L'inversione di tiraggio, quindi, si stabilizza, per cui diventa
difficile accendere un fuoco senza spillare fumo negli ambienti. |

|
Questo
tipo di inversione di tiraggio può essere evitato soltanto installando
la canna fumaria all'interno degli ambienti. Anche il perfetto
isolamento termico di una canna fumaria molto ben coibentata, ma
esterna, non è in grado di prevenire il raffreddamento dell'aria
contenuta al suo interno, dato il lungo periodo di tempo che in
genere intercorre tra una accensione ed un'altra.
Al contrario, una canna fumaria inserita all'interno
della casa non sarà influenzata dalla pressione negativa degli ambienti
più bassi dovuta all'effetto camino perché si troverà sempre
ad una temperatura pari o superiore a quella della casa. Per
di più, poiché il livello di pressione |
neutra
segue la quota delle falle, l'apertura relativamente grande del
comignolo fa sì che il livello di pressione neutra della canna fumaria
sia più alto di quello della casa. Il risultato è sempre un consistente
flusso ascensionale di aria , anche a fuoco spento.
|
Il secondo caso di inversione di tiraggio è illustrato nella figura
a fianco. Si può notare come il comignolo sia più basso della parte
più alta dell'edificio. Se il solaio dell'ultimo piano è mal sigillato,
la casa può, anche in questo caso, essere un camino migliore del
camino vero e proprio. Nella figura, la canna fumaria è posta all'interno,
ma se fosse invece posta all'esterno, il problema sarebbe ancora
più grave. |

|

|
Per evitare l'inversione
del tiraggio è necessario che il comignolo sia più alto della parte
più alta della casa.
Prolungare la canna fumaria potrebbe essere una soluzione,
come illustrato a fianco, ma con qualche controindicazione, come
l'estetica certo non esaltante, i problemi di stabilità ed il fatto
che una canna fumaria con un tratto esterno così esposto sarebbe
comunque soggetta ad un |
certo
raffreddamento.
Meglio, dunque, sarebbe ricollocare il camino in una zona
più centrale della casa, dove può essere più alto senza problemi
estetici o di stabilità, più caldo ed anche più efficace per l'eventuale
riscaldamento degli ambienti. Il maggior costo dell'operazione troverebbe
compenso in un impianto efficace e definitivo. |

|

|
Se tuttavia, per inevitabili
ostacoli architettonici, fosse indispensabile mantenere la canna
fumaria all'esterno, una soluzione può essere rivestirla con
un cavedio a sua volta isolato e posto in comunicazione con l'ambiente
interno da feritoie adeguatamente posizionate. Le feritoie avrebbero
il compito di mantenere la temperatura della canna fumaria uguale
a quella della casa, ottenendo più o meno lo stesso risultato di
una canna fumaria interna. |
L'inversione del tiraggio dovuta all'effetto camino è spesso male interpretata
come una incapacità dell'impianto di ottenere aria sufficiente da una
casa con una buona tenuta stagna. In realtà, l'effetto camino dipende
esclusivamente dalla differenza di temperatura e dall'altezza dell'edificio,
restando largamente indifferente alla dimensione complessiva delle falle
esistenti. Ad una data temperatura esterna corrisponde una certa differenza
di pressione tra la base e il tetto della casa: semplicemente,
una casa con poca tenuta scambierà con l'esterno un volume d'aria maggiore
di una casa meglio sigillata.
Un camino soggetto ad inversione di tiraggio 'a freddo' può avere grossi
problemi anche con il fuoco acceso, e se pure riesce a compiere adeguatamente
il suo dovere con fuochi molto caldi, l'inversione può nuovamente manifestarsi
non appena la temperatura si abbassi, come nel caso di braci morenti,
che sono ancora in grado produrre residui pericolosamente inquinanti.
La depressurizzazione artificiale degli ambienti
Oltre all'effetto camino, che è un fenomeno naturale ed inevitabile, negli
ambienti domestici può essere indotta una forte depressurizzazione da
tutta una serie di apparati tecnici considerati ormai indispensabili al
comfort di una casa.
Le più comuni cause di depressurizzazione sole le cappe
da cucina ventilate, i ventilatori di espulsione dei bagni, le asciugabiancheria,
e, seppure meno diffusi in Italia, gli impianti aspirapolvere centralizzati.
Ognuno di questi impianti, quando è in funzione, espelle dall'interno
dell'abitazione un certo volume di aria. Se uno o più di questi impianti
sono in funzione all'interno di una casa fortemente sigillata, è improbabile
che la somma delle falle esistenti sia in grado di restituire all'ambiente
"in tempo reale" la stessa quantità di aria che viene espulsa.
Il risultato è una maggiore o minore depressurizzazione degli ambienti
domestici, in ragione della potenza e del numero di impianti di espulsione
attivi in un certo momento e della sezione totale delle falle esistenti.
Valutare esattamente la depressurizzazione di una casa
dovuta a ventilatori meccanici è dunque molto difficile. Si tenga comunque
presente che il problema è sicuramente maggiore in case strettamente sigillate
( porte e finestre a tenuta, intonaci plastici, tetti coibentati e impermeabilizzati
con guaine, etc.) in cui il valore della pressione negativa può arrivare
a 10 Pascal.
La presa d'aria esterna
La depressurizzazione degli ambienti dovuta all'effetto camino o a ventilatori
meccanici entra direttamente in competizione col tiraggio del camino.
Se il tiraggio del camino è più forte, i fumi usciranno dal comignolo;
se è la depressurizzazione degli ambienti ad avere la meglio, il fumo
uscirà dal focolare.
Poiché la depressurizzazione ambientale è largamente
legata al bilancio fra aria in ingresso ed aria in uscita attraverso l'involucro
della casa, si è ritenuto che la realizzazione di una presa d'aria che
mettesse in comunicazione diretta il focolare, ovvero l'ambiente dove
il focolare è inserito, con l'esterno, aumentando l'aria in ingresso,
fosse sufficiente a risolvere il problema.
Tuttavia, non è sempre così.
La presa d'aria che viene comunemente utilizzata è
una presa d'aria passiva, cioè non aiutata da un ventilatore. In sostanza,
si tratta di un buco nel muro, che si comporta in maniera non diversa
di qualunque altra 'falla' nell'involucro domestico.
Una presa del genere immette aria nella casa, in assenza
di vento, solo se la pressione interna è minore della pressione esterna.
Se l'apertura non è sufficientemente grande la quantità di aria in ingresso
non sarà in grado di compensare la depressione interna. Ad esempio, un
foro del diametro di 12 cm, in presenza di una depressione interna di
circa 5 Pascal, consente il passaggio di circa 17/18 metri cubi l'ora,
del tutto insufficienti ad alimentare il fabbisogno d'aria di un caminetto
aperto. Una quantità di aria teoricamente sufficiente ad alimentare un
caminetto potrebbe passare attraverso un condotto così piccolo solo se
l'interno della casa fosse fortemente depressurizzato, il che
probabilmente provocherebbe comunque un ritorno di fumi dal camino. Un
condotto così piccolo può ridurre la depressurizzazione, ma certamente
non eliminarla.
In realtà, la maggioranza degli impianti richiederebbe,
per compensare anche una depressurizzazione non eccessiva, un foro del
diametro di almeno 25 o 30 cm, che la maggior parte dei proprietari non
è affatto disposta a tollerare. Camini molto grandi potrebbero richiedere
prese d'aria ancora sensibilmente maggiori. Infine, per contrastare efficacemente
l'effetto camino, ed abbassare il livello di pressione neutra al livello
del focolare, se posto ai piani inferiori, senza intervenire sulla canna
fumaria, la presa d'aria da realizzare potrebbe dover essere enorme.
C'è anche un'altra considerazione da fare. Una presa d'aria passiva produce
un flusso d'aria in risposta ad una differenza di pressione. In inverno,
se la presa d'aria è posta al disotto del livello di pressione neutra
della casa, e non c'è vento, l'aria entrerà nella casa. Ma se la presa
d'aria è collocata sopra il livello di pressione neutra, l'aria uscirà
dalla casa.
Anche l'effetto del vento
va tenuto in considerazione nel funzionamento di una presa d'aria
passiva. Come abbiamo già visto nella sezione sui comignoli, un
vento che incontri un ostacolo, |
ad esempio
una casa, crea una zona di surpressione nel lato esposto ed una
zona di depressione nel lato riparato. Se la presa d'aria è posta
nella zona di pressione, il vento forzerà l'ingresso dell'aria all'interno
della casa, ma se la presa d'aria è posta sul lato riparato della
casa, la zona di depressione prodotta dal vento molto probabilmente
risucchierà l'aria fuori, contribuendo a depressurizzare
la casa. |

|
Considerando che la depressurizzazione
sul lato riparato della casa può raggiungere i 100 Pascal in caso
di venti molto forti, se la presa d'aria è collegata direttamente
con l'interno del focolare, il risucchio può essere tale da invertire
non solo il tiraggio, ma anche la direzione dei fumi e delle fiamme
verso l'esterno della casa, attraverso la presa d'aria, con reale
pericolo di incendio. |
Insomma, una presa d'aria esterna, di per sé, non dà garanzia di buon
funzionamento del camino. A seconda del suo posizionamento può in alcuni
casi risolvere i problemi di tiraggio, ma il altri può addirittura aggravarli.
La realizzazione di una presa d'aria esterna è comunque
imposta dai regolamenti edilizi. Poiché non è indispensabile che si trovi
nel locale dove è posto il focolare, si abbia cura di posizionarla sempre
sulle pareti perimetrali maggiormente esposte al vento. Se la stanza dove
è posta la presa d'aria non è la stessa che ospita il focolare, bisognerà
prendere accorgimenti perché il flusso di aria non sia impedito, neanche
accidentalmente, realizzando altre feritoie che mettano in comunicazione
i vari ambienti, anche a porte chiuse, ed in punti che non possano essere
ostruiti, ad esempio, dallo spostamento di mobili. Se, infine, la presa
d'aria è collegata con l'interno del focolare, si abbia cura di isolare
termicamente il condotto dalle strutture circostanti e, potendo, si installi
una valvola tagliafuoco.
Se nessun altra soluzione si rivela efficace nel risolvere il problema
dell'inversione del tiraggio, naturale od artificiale, e non si vuole
rinunciare ad utilizzare il camino, l'unica soluzione possibile è, oltre
all'installazione di una valvola che blocchi l'inversione di tiraggio
a freddo, la pressurizzazione artificiale dell'ambiente dove è posto il
focolare per mezzo di un ventilatore di immissione, da utilizzare al momento
dell'accensione del camino.
|